La pulizia nelle scuole giapponesi avviene in modo del tutto naturale e fluido: sono gli studenti che riordinano e puliscono le proprie aule.

Questo tipo di attività è efficace per responsabilizzare i bambini fin da piccoli e a far nascere in loro l’idea di un territorio comune. Capiscono, dunque, che se mettono gli oggetti in disordine o sporcano i banchi, dovranno poi risistemare tutto.
La sottile linea che divide l’idea di territorio comune da quella di terra di nessuno è dunque molto sottile e labile: se sviluppato fin da piccoli un forte senso civico, il dovuto rispetto da dare alle cose e alle persone viene in modo del tutto naturale.

Pulire e riordinare il proprio luogo di studio è un ottimo metodo anche per rafforzare il legame tra gli studenti e per conoscere l’importanza della collaborazione, spesso presa sottogamba.

L’educazione viene dunque ripartita così tra la scuola e la vita a casa con i genitori.

Il Giappone non è però l’unico Paese che segue questo modello di insegnamento: il metodo Montessori, ad esempio, andava proprio in questa direzione. Chiedere ai bambini di partecipare in modo attivo e pratico sia a scuola che a casa attraverso piccoli impegni domestici aiuta la crescita dell’adulto futuro.

Può essere utile dare ai più piccoli la mansione di apparecchiare la tavola prima del pranzo, di farsi aiutare in cucina nella preparazione di qualche semplice pietanza o chiedere di riordinare i propri giochi dopo aver smesso di usarli possono essere dei piccoli esempi.

Non c’è da meravigliarsi, dunque, se i bambini giapponesi abbiano uno spiccato senso civico: il popolo giapponese non smette mai di mostrarci la giusta via.

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